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Novembre 10, 2020Le allergie ambientali sono sempre più diffuse e, nel momento in cui si presentano, spesso ci colgono impreparati. Il segreto per affrontarle al meglio è puntare sulla prevenzione, sottoponendosi alle indagini adeguate al momento opportuno.
In particolare, le allergie a sostanze inalanti (come pollini o acari della polvere) vengono frequentemente sottovalutate e coloro che ne soffrono spesso ricorrono ai ripari nei periodi dell’anno in cui si manifestano i sintomi. Al contrario, il modo migliore per contrastare le patologie allergiche è quello di muoversi in maniera tempestiva, puntando sulla prevenzione.
Cos’è l’allergia?
Prima di analizzare nel dettaglio le diverse allergie ambientali, partiamo da una definizione generale di queste patologie che interessano sia i bambini sia gli adulti.
L’allergia è una reazione anomala del sistema immunitario che si manifesta quando soggetti geneticamente predisposti vengono a contatto con agenti esterni, detti allergeni, che vengono erroneamente percepiti come una minaccia. In una fase iniziale, detta sensibilizzazione, il sistema immunitario produce degli anticorpi specifici chiamati IgE, in grado di riconoscere tali sostanze. La successiva esposizione a tali allergeni può portare alla comparsa dei sintomi, e quindi all’allergopatia.
I sintomi campanello d’allarme delle allergie riguardano principalmente l’apparato respiratorio (coinvolgendo occhi, naso, bronchi) e la cute. Tali sintomi possono essere più o meno intensi e manifestarsi tutti o soltanto in parte, e possono cronicizzare nel tempo.
Allergia stagionale ai pollini
Alla categoria delle allergie ambientali appartengono le allergie ai pollini, le cui manifestazioni cliniche sono causate dall’inalazione dei pollini prodotti da alcune piante durante la fioritura, prevalentemente da marzo a settembre, con una massima intensità fra aprile e maggio.
Di conseguenza, tipicamente il soggetto con allergie a pollini presenta sintomi respiratori o cutanei in primavera, prevalentemente negli stessi mesi ogni anno, in corrispondenza del periodo di impollinazione della pianta a cui è sensibile.
Alcune delle piante che possono causare reazioni allergiche sono:
- piante erbacee come le graminacee e la parietaria (quest’ultima con impollinazione pressoché perenne nelle regioni del centro-sud a causa delle temperature elevate);
- alberi come ulivo, betulla, quercia, cipresso, platano e pino.
Nei soggetti con allergie ai pollini, il sistema immunitario produce gli anticorpi IgE a seguito dell’inalazione dei granuli pollinici e, nel caso di esposizione prolungata a tali allergeni, vengono rilasciate istamina, bradichinina ed altre sostanze vasoattive che provocano uno stato infiammatorio soprattutto a livello delle vie respiratorie e della cute.
I sintomi che si possono presentare sono i seguenti:
- infiammazione delle mucose nasali con conseguente eccessiva produzione di muco, associata a starnuti ripetuti, prurito al naso e congestione nasale. In questo caso parliamo di rinite allergica;
- prurito e gonfiore della regione peri oculare, lacrimazione eccessiva con conseguente comparsa di congiuntivite allergica;
- tosse secca, e difficoltà respiratoria, che nei casi più gravi può sfociare in asma bronchiale;
- dermatite o orticaria;
- mal di testa;
- spossatezza;
- difficoltà a concentrarsi.
Per conoscere i periodi di impollinazione dei diversi tipi di piante che causano le allergie è utile consultare il calendario delle fioriture.
Allergie perenni
Delle allergie ambientali fanno parte anche le così dette allergie perenni, che sono causate da allergeni che persistono tutto l’anno, tra cui l’acaro della polvere, la forfora di gatti e cani e le muffe (soprattutto quelle presenti negli ambienti domestici). I soggetti allergici ai pollini spesso sono sensibili anche a questi allergeni.
Mentre è possibile evitare il contatto con cani e gatti, gli acari della polvere sono allergeni più insidiosi in quanto non sono visibili a occhio nudo e molto diffusi nell’ambiente domestico. Tuttavia si possono avere alcune accortezze per limitare l’effetto dannoso degli acari sulla nostra salute, soprattutto negli ambienti chiusi. In casa, ad esempio, è fondamentale:
- pulire frequentemente ed arieggiare gli ambienti;
- usare coperture anti-acaro per foderare materassi e cuscini;
- lavare in lavatrice lenzuola e tende in tessuto una volta a settimana a 60°C;
- prediligere i divani in pelle, che si possono spolverare con facilità con un panno umido, a quelli in tessuto nei quali gli acari si annidano.
Vediamo ora nel dettaglio quando e come affrontare in modo adeguato le diverse malattie allergiche, puntando soprattutto sulla prevenzione per arginare la gravità dei sintomi e l’uso di farmaci.
Diagnosi, prevenzione e cura
È molto importante non trascurare le malattie allergiche, poiché per contenere i sintomi spesso è necessario ricorrere all’uso di farmaci. Inoltre col passare del tempo queste patologie possono portare a manifestazioni croniche, come la deviazione del setto nasale e il rigonfiamento dei turbinati, con conseguente necessità di ricorrere a interventi chirurgici. L’asma bronchiale, una frequente manifestazione allergica, se non curata può nel tempo danneggiare bronchi e polmoni.
Come orientarsi nella prevenzione?
Nel caso delle allergie ai pollini non aspettate la primavera per rivolgervi a uno specialista. Il momento migliore per consultare un allergologo è proprio il mese di ottobre, per avere il tempo, se necessario, di intraprendere un percorso di trattamento. L’autunno è inoltre anche il periodo in cui più spesso si riacutizzano le allergie ad alcuni allergeni perenni, tra i quali l’acaro della polvere.
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